Mortera Martinez: “Il conflitto mette alle corde la stabilità dei governi europei”
Da mesi i think tank di Bruxelles lanciano allarmi sulle ripercussioni della guerra sui governi in Europa. Camino Mortera Martinez è a capo del Centre for European Reform, un istituto di ricerca con sedi in Belgio, Regno Unito e Germania. “Direi che c’è un collegamento diretto tra il conflitto in Ucraina e la stabilità dei governi di alcuni Paesi europei. A settembre-ottobre le cose peggioreranno. L’alta inflazione e la crisi energetica ci mostreranno la vera natura dei governi europei”.
Guerra, inflazione, razionamento del gas, crisi politica: è stato Putin a creare questa spirale?
Penso che avesse previsto molto, ma non tutto. Sapeva che la guerra non sarebbe durata tre giorni e che ci sarebbe stato uno scontro, non come accadde in Georgia nel 2008. Inoltre, Putin era consapevole di avere un vantaggio: poter tagliare il gas. È difficile spiegare a un cittadino europeo che deve pagare una guerra. Abbiamo dei leader deboli e una situazione economica difficile. È la tempesta perfetta.
All ’Ue manca un leader per negoziare con Mosca?
Putin non è interessato a negoziare. Ma penso che Ursula von der Leyen sia una guida forte. Anche Macron ha più potere di quello che pensiamo, è riuscito a implementare diverse scelte politiche sia in Francia che in Europa. Però manca una leadership: quella della Germania. Scholz si è mostrato debole e spaventato. Macron ha perso la maggioranza in Parlamento, Johnson si è dimesso, in Spagna i socialdemocratici hanno perso le Regionali. L’unico che sembra sicuro di rimanere è Scholz. Vedendo le dure posizioni antirusse all ’interno del suo governo non so ancora per quanto i suoi alleati accetteranno l’approccio a doppia faccia di Scholz. La guerra sta mettendo in discussione alcune politiche tedesche, come l’abbandono del carbone e del nucleare.
Le istituzioni europee stanno reagendo bene a questa crisi?
Sì, in particolare Commissione e Consiglio stanno facendo un buon lavoro, sono molto motivati. Von der Leyen sta agendo in modo deciso e con una prospettiva di lungo periodo. Certo non si può dire lo stesso per alcuni Stati membri.
Siamo preparati a uno scontro lungo?
Sapevamo che la guerra non sarebbe finita in un paio di mesi. E abbiamo imparato che la Russia è più capace di resistere allo stress di quanto lo siamo noi. L’errore è stato nel fare diventare l’energia un’arma di ricatto. Avremmo dovuto agire prima, ora sarà difficile.