Il tracciamento, anonimo, è realizzabile, ma senza una politica di test di massa non ha senso
Un paper di John Springford, vice direttore del Centre for European Reform, i governi europei sperano che le app possano consentire di allentare i blocchi. Ma molto lavoro deve essere fatto a livello sia nazionale che europeo prima che le restrizioni possano essere alleviate.
Bruxelles – Tracciamento delle persone sì, ma solo in parallelo ad una campagna di test di massa. E perché il tutto sia davvero utile anche ad una graduale ma sostanziale politica di riapertura queste due attività devono essere coordinate e interoperabili tra gli Stati membri dell’Unione.
E’ quanto sostiene John Springford, vice direttore del prestigioso Think tank Centre for European Reform. In un paper pubblicato oggi lo studioso afferma che “la traccia dei contatti funziona solo se viene eseguita in combinazione con i test di massa e, data la mancanza di capacità di eseguirli in molti paesi europei, passeranno diverse settimane prima che queste app possano essere implementate in molti stati membri”.
“I governi non devono solo garantire che i casi siano isolati, ma devono disporre di dati puntuali e precisi sugli scoppi locali, nel caso in cui le misure di blocco debbano essere riapplicate in zone rosse COVID-19”, sostiene Springford. La Commissione europea da alcune settimane sta lavorando ad un approccio coordinato sia alle misure di prevenzione sia ad una app di tracciamento che possa funzionare in tutti gli Stati membri e con qualsiasi telefono. Per questo s opo sembra che la tecnologia bluetooh sia la più efficiente per garantire l’anonimità dei dati. “Coordinando gli appalti, l’UE può contribuire a garantire che tutti gli Stati membri dispongano delle capacità di sperimentazione necessarie e di sistemi efficaci per rintracciare la malattia nelle aree locali. I governi – afferma Springford – saranno disposti ad allentare le restrizioni di viaggio tra gli Stati membri solo se sapranno che gli altri esecutivi contengono efficacemente i focolai”.
Per evitare ulteriori focolai, secondo il ricercatore gli Stati membri devono prima continuare a sviluppare capacità di test e sviluppare sistemi di tracciamento dei contatti. “Solo così – spiega Springford – potranno alleggerire lentamente le restrizioni, al fine di determinare gli effetti di diversi interventi sui tassi di infezione”. L’UE può aiutare a garantire che tutti gli Stati membri dispongano dei test e della tecnologia per poterlo fare, scambiando informazioni tra loro su ciò che funziona e cosa no e garantire il rispetto della privacy dei cittadini.
“Senza un attento e coordinato allentamento delle misure di blocco – ammonisce in conclusione Springford -, le restrizioni sui viaggi continueranno fino all’estate, il che renderà più difficile la ripresa dell’economia europea, soprattutto negli Stati membri meridionali. Ma è meglio ritardare, sviluppare capacità e conoscenza, che correre alla porta di uscita”.